Ogni genitore si trova a chiedersi se sta facendo abbastanza, se sta dicendo le parole giuste, se ha ancora la forza di combattere per i propri figli. Allo stesso modo senso di impotenza e rabbia di fronte a qualcosa che non si conosce: la dipendenza.
“Vederlo sempre a letto mi mandava il sangue al cervello, eravamo sempre in conflitto, e non andava bene”, queste le parole di uno dei genitori presenti all’evento Academy, svoltosi a Roma lo scorso marzo.
Un evento parte integrante del percorso StandUp, dedicato alle persone che si trovano nella fase avanzata del percorso e che coinvolge anche i loro familiari. Un padre durante un evento StandUp, mentre racconta la sua esperienza con il figlio.
Ricostruire il rapporto genitore/figlio
Quando la dipendenza entra in casa, tutto inizia a prendere una piega diversa.
Quelle che erano conversazioni si trasformano in scontri, i silenzi si caricano di tensione, la vergogna e i sensi di colpa sembrano prendere il sopravvento. Da ambo le parti.
La dipendenza ha il potere di modificare i comportamenti di chi usa sostanze, e anche quelli di chi sta loro accanto.
Supportare anche le famiglie in questo percorso di recupero è uno degli obiettivi cruciali del nostro modello di trattamento, per accompagnare nella conoscenza della dipendenza e generare fiducia e speranza.
“Qui ho provato la sensazione di tirare fuori tutto, come quando vado a confessarmi. L’evento è stato un aiuto ad aprirmi e mi sta aiutando anche nella relazione con mio figlio”.
Le ripercussioni della dipendenza
La dipendenza non travolge solo chi la vive in prima persona, ma anche chi la vive di riflesso, come familiari e amici.
Le conseguenze che la dipendenza crea riguardano chiunque ed è per questo importante fornire a tutti strumenti utili per affrontare i momenti di difficoltà e migliorare la comunicazione.
Il primo passo è appunto la comprensione, capire come la dipendenza modifica i comportamenti e cosa si può fare, lavorando in sinergia, per ristabilire un equilibrio.
L’evento, oltre ad essere un momento di incontro, è soprattutto un momento di formazione infatti.
“ Qui ogni genitore tira fuori ciò che al bar con gli amici non potrebbe dire. Qui parlo con altri genitori, siamo tutti sulla stessa barca. E non ti senti osservato, giudicato. L’emozione che prima restava in silenzio, qui può uscire. Qui posso farlo”, continua Maurizio.
Le ripercussioni del cambiamento
Anche il cambiamento ha le sue ripercussioni. “Vedo mio figlio più sereno”, condivide Maurizio.
E dietro questa serenità c’è un percorso, fatto di parole, di comprensione, di piccoli passi indietro per farne di più grandi insieme.
Ogni familiare, così come ogni utente, ha infatti un programma dedicato sulla piattaforma StandUp che comprende anche due incontri settimanali con il proprio gruppo di pari dove il confronto diventa cruciale per ognuno.
Per non sentirsi soli, per non sentirsi i soli, e per apprendere strategie utili a migliorare il proprio approccio ad un caro vittima di una dipendenza, nell’ottica di un efficace lavoro di squadra.
“Per me StandUp è un miglioramento della mia persona, un tirar fuori e un capire. Perché se io non capisco lui, saremo sempre in conflitto. Solo ora sto capendo che a volte devo fare un passo indietro anche io”.
Conclusione
Creare spazi sicuri dove condividere, ascoltare e sentirsi supportati, nell’ambito di un percorso strutturato guidato da un team specializzato nelle dipendenze e nel recupero, è fondamentale.
StandUp offre questi spazi. Luoghi dove non ci sono giudizi, ma solo persone che vogliono rimettere insieme i pezzi, ricostruire giorno dopo giorno, una nuova vita dopo lo tsunami causato dalla dipendenza.
Spesso si inizia a far uso di sostanze per emulazione. Quindi si può trovare anche la forza di rialzarsi per emulazione, toccando con mano e ascoltando le storie di chi ce la sta facendo. Perché cambiare è possibile!
Per ascoltare tutta la testimonianza di papà Maurizio clicca qui
Se un tuo familiare ha bisogno di aiuto, puoi richiedere informazioni qui.
Con fiducia e speranza,
Redazione StandUp