Dipendenze nelle periferie. Estratto dalla puntata 2 del podcast “Nel Faro Podcast” che trovi su Youtube.
Le periferie urbane, spesso dimenticate e trascurate, nascondono realtà complesse e dure. Roma, come tante altre grandi città italiane, ospita quartieri difficili, dove la criminalità, la povertà e l’assenza di prospettive segnano la vita di molti giovani. San Basilio è una di queste borgate, tristemente nota per i suoi problemi sociali e per la presenza diffusa di attività illecite.
Crescere in un ambiente del genere può essere devastante, e molte persone cercano una via di fuga nelle dipendenze. In questo articolo, esploriamo la storia di Alessandro, un ragazzo di San Basilio che ha vissuto in prima persona queste difficoltà, ma ha trovato la forza per cambiare la sua vita.
Crescere in una borgata: la legge del più forte
“Vivere in una periferia come San Basilio significa essere immersi fin da piccoli in una realtà di sopravvivenza. Non esistono regole sociali chiare, se non quella che impone di essere forti per non soccombere.” Per Alessandro, la sua adolescenza è stata segnata dalla necessità di dimostrarsi sempre all’altezza delle aspettative del “branco”.
Come racconta lui stesso, chi cresce in certi ambienti impara subito a difendersi con la violenza, a farsi rispettare attraverso cazzotti e atti di forza.
L’assenza di un supporto familiare stabile e la costante pressione del contesto in cui si vive fanno sì che i ragazzi adottino modelli di comportamento devianti, come il bullismo, la delinquenza e, purtroppo, anche l’abuso di sostanze stupefacenti.
“Io, da piccolo, ero sensibile e venivo bullizzato. All’inizio regalavo i giocattoli per fare amicizia, ma presto ho capito che dovevo difendermi, o sarei stato emarginato per sempre.” dice Alessandro.
Dipendenze nelle periferie: un rifugio pericoloso
In contesti di povertà e degrado, le dipendenze diventano una risposta naturale alle difficoltà. Le sostanze stupefacenti e l’alcol appaiono come un rifugio temporaneo per chi non riesce a trovare altro modo per affrontare i propri problemi.
Alessandro racconta che molti dei suoi amici sono caduti nel circolo vizioso delle droghe sin da giovanissimi, alimentando un ciclo che è difficile da spezzare.
“Quando cresci in un ambiente dove il papà è in carcere e la mamma non c’è mai, le sostanze sembrano l’unica via di fuga.“
Le dipendenze, però, non risolvono nulla. Al contrario, peggiorano la situazione, portando molti ragazzi a compiere gesti disperati, a fare scelte che li conducono in situazioni ancora più pericolose o addirittura in carcere. Le dipendenze non colpiscono solo l’individuo, ma anche le famiglie e l’intera comunità. Alessandro parla del modo in cui le sue esperienze lo hanno segnato e di come abbia visto i suoi amici perdersi a causa delle dipendenze.
“Non c’è bisogno di sostanze se stai bene con te stesso. Ma quando sei immerso in un contesto difficile, non vedi altre vie d’uscita. Tanti miei amici sono morti a causa delle droghe, e questo è devastante.“
La comunità: un’ancora di salvezza?
Molti giovani che crescono in situazioni difficili finiscono nelle comunità di recupero. Questi centri offrono un’opportunità per resettare la propria vita, per riprendersi dalle dipendenze e per ricostruirsi. Tuttavia, Alessandro ci racconta che, nonostante le buone intenzioni, la comunità spesso non riesce a risolvere il problema alla radice.
“La comunità ti protegge, ti mette in una campana di vetro, ma una volta che torni nella vita normale, i problemi sono sempre lì. Finché non affronti le cause delle tue dipendenze, è difficile uscirne.“
Il ritorno alla normalità, dopo mesi o anni in una comunità, può essere altrettanto traumatico quanto la vita stessa in borgata. L’assenza di un vero percorso di reintegrazione nella società lascia spesso i giovani vulnerabili e pronti a ricadere nei vecchi schemi di comportamento.
Secondo Alessandro, il problema delle dipendenze non si risolve semplicemente isolando le persone dal loro ambiente, ma lavorando su un cambiamento più profondo.
La rinascita: trovare la forza attraverso la fede
Nonostante il contesto difficile, Alessandro è riuscito a trovare una via d’uscita. La sua forza è arrivata attraverso la fede, un percorso spirituale che lo ha aiutato a riscoprire se stesso e a cambiare radicalmente il corso della sua vita.
“Io mi sentivo morto dentro. Non avevo più voglia di vivere, non vedevo una via d’uscita. Ma grazie alla fede ho trovato una nuova luce. Oggi posso dire di essere rinato.“
La fede, per Alessandro, non è solo una credenza astratta, ma una vera e propria guida concreta che lo ha portato a riprendere in mano la sua vita. Attraverso la spiritualità, ha imparato a perdonarsi per gli errori del passato e a costruire un futuro migliore per sé e per la sua famiglia.
“Se non fosse stato per la Chiesa e per Dio, non sarei mai riuscito a cambiare. La fede mi ha dato il coraggio di affrontare le mie paure e di spezzare il ciclo delle dipendenze.“
Conclusione Dipendenze nelle periferie
La storia di Alessandro ci dimostra che, anche nelle situazioni più difficili, è possibile trovare una via d’uscita. Crescere in periferia, circondati da violenza, dipendenze e criminalità, rappresenta una sfida immensa, ma non una condanna definitiva. Con il giusto supporto, sia emotivo che spirituale, è possibile ricostruire la propria vita.
Le dipendenze sono un problema serio nelle periferie, ma con l’aiuto giusto, la fede e una forte volontà personale, si può uscire dal tunnel e rinascere. La storia di Alessandro è una testimonianza di speranza per tutti coloro che affrontano sfide simili, dimostrando che il cambiamento è possibile, anche quando tutto sembra perduto.
Ascolta la puntata intera a questo link e se vuoi programmare una consulenza clicca sul link qui sotto.